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giovedì 31 gennaio 2013

Mario Luzi: Vola alta,parola




Vola alta, parola, cresci in profondità,
tocca nadir e zenith della tua significazione,
giacchè talvolta lo puoi - sogno che la cosa esclami
nel buio della mente -
però non separarti
da me, non arrivare,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo, sii
luce, non disabitata trasparenza...
La cosa e la sua anima? O la mia e la sua sofferenza?
  

Esortare  la parola a manifestarsi in tutte le sue possibilità per divenire lampo, intuizione ma sempre legata  all' essenza dell'uomo, alla sua anima e non fredda e distaccata astrazione, ma capace di congiungere al divino.


martedì 29 gennaio 2013

J.S.Bach Fuga n.6, dal Clavicembalo ben temperato



J.S.BACH: Fuga n.6 dal clavicembalo ben temperato (I libro)


La fuga è una composizione polifonica vocale o strumentale in un solo tempo. Rappresenta il massimo esempio di scrittura contrappuntistica (sovrapposizione di due o più linee melodiche). Nella fuga  le melodie si rincorrono passando da un registro all’altro dando così vita ad un’ imponente architettura sonora.
Gli elementi fondamentali della fuga sono il soggetto, la risposta e il controsoggetto.
Il soggetto è l’idea melodica principale e propulsiva, la risposta è la trasposizione del soggetto ad un altro registro, se è trasposto alla 5° si dice reale se trasposto alla 4° si dirà tonale. Il controsoggetto contrappunta, dopo la prima entrata, il soggetto che si ripresenta nei vari registri. Il controsoggetto può essere uno o più di uno o cambiare ogni volta.
La fuga dal punto di vista formale può essere divisa in varie parti: Esposizione, Divertimenti, Stretti,  Pedale.
Nell’esposizione si ascoltano le entrate del soggetto nelle varie voci contrappuntate dal controsoggetto  e da parti libere. Una fuga inizia sempre o quasi sempre con l’esposizione del solo soggetto. L’ordine di entrata delle voci è libero anche se ci sono schemi più usuali di altri. Nei divertimenti il compositore sfrutta l’ elaborazione del materiale dell’esposizione. Qui l’arte del contrappunto ha modo di esprimere le sue infinite possibilità combinatorie. Gli stretti sono le entrate ravvicinate del soggetto e della risposta. Tali stretti possono anche essere assenti come spesso accade in Bach.
Il pedale consiste in una nota che persiste in mezzo ad accordi che possono essere anche estranei, mantenendo con la sua persistenza la sensazione della tonalità iniziale. Nella fuga è generalmente usato quello  di dominante prima degli stretti e quello di tonica alla fine.
Questa fuga è tratta dal clavicembalo ben temperato di J.S. Bach opera in due libri contenente preludi e fughe in tutte le 24 tonalità, il primo libro è stato scritto nel 1722, il secondo nel 1744. Il termine Ben temperato è in riferimento al moderno sistema di intonazione equabile (suddivisione dei semitoni in parti uguali) contrapposto al sistema  mesotonico usato precedentemente.

( i riferimenti temporali sono riferiti all’esecuzione di Kenneth Gilbert. Il minutaggio dalla fuga comincia da 1.40 perché prima viene eseguito il preludio. Nel video l’entrata dei soggetti è evidenziata con theme.


Descrizione elementi
Riferimenti temporali
Tonalità: re minore; tempo3/4; Fuga a tre voci (soprano,contralto,tenore)

Esposizione:
 soggetto al soprano
1.40-1.58
1.40-1.46
Risposta reale al soggetto del contralto
1.46-1.52
Soggetto al tenore
1.54-1.58
2 controsoggetti (cs):
cs1 contrappunta  inizio risposta reale
contrappunta il cs2
contrappunta l’inizio dell’entrata del soggetto al tenore
cs2 contrappunta fine risposta reale
cs2 contrappunta il cs1

1.46
1.50
1.54
1.48
1.49

Sviluppo:
soggetto inizio alla 2° poi alla 4°
divertimento
stretto
soggetto al soprano
risposta al contralto con soggetto invertito
soggetto al tenore
stretto
soggetto al tenore
soggetto invertito al soprano
segue divertimento stretto, divertimento, divertimento

1.59
2.03

Finale
Pedale di tonica
Cadenza sul I maggiore (Piccardia)

3.28
3.31



                                                                                                    di Lyra d'Orfeo





domenica 27 gennaio 2013

Il Pensiero dei suoni

Alessandro Bertinetto parla del suo libro: Il pensiero dei suoni. Clicca qui

 La musica seduce la nostra sensibilità, ma eccita anche la nostra attività intellettuale, offrendo alla filosofia un campo particolarmente ricco e stimolante su cui esercitare le proprie riflessioni. Alessandro Bertinetto si interroga su alcuni tra i principali temi dell’estetica musicale: che cos’è la musica? La musica è l’unica arte dei suoni? Qual è il rapporto tra la musica e le altre arti? La musica è un puro gioco di sensazioni sonore o può comunicare contenuti e significati? Si può parlare di rappresentazione e di narrazione musicale? In che senso un brano musicale può essere allegro, triste, malinconico, irriverente? La musica ha una dimensione etica? Il libro discute, confronta e critica le risposte che le teorie oggi più accreditate danno a queste e ad altre domande. Dal confronto con i filosofi il lettore è così sollecitato a proporre soluzioni argomentate anche in base alle sue esperienze di pratica e di ascolto musicale.

Hannah Arendt, filosofa e storica tedesca.

Anna Arendt e la teoria del totalitarismo.Clicca qui

 Nasce in Germania, da una famiglia ebraica, Hannah Arendt. Studentessa di filosofia all'Università di Marburg, segue le lezioni di Martin Heidegger, con cui intreccia una relazione sentimentale, ma quando, più tardi scopre le simpatie naziste del filosofo, se ne allontana. La Arendt si laurea con una tesi sul concetto di amore in sant'Agostino, pubblicata nel 1929. Poiché l’avvento del nazismo le preclude, viste le sue origini, la possibilità di una carriera accademica, lascia la Germania e si trasferisce prima in Francia e poi negli Stati Uniti, dove risiederà fino alla morte. Tra le sue opere, “Le origini del totalitarismo”, “Ebraismo e modernità” e “La banalità del male”. La filosofa e storica tedesca muore a New York nel 1975.


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sabato 26 gennaio 2013

Heidegger, Essere e tempo



Essere e tempo" di Heidegger è all'origine di alcuni dei più significativi sviluppi della cultura del Novecento. E non solo di quella filosofica, poiché quest'opera ha lasciato tracce profonde nella teologia, nella letteratura, nella psichiatria. Di per sé, tuttavia, "Essere e tempo" si presenta come un'elaborazione originale e innovativa di una delle domande filosofiche fondamentali, la domanda sul senso di ciò che diciamo "essere".


"L'«esistenza», non è un termine che si attagli agli oggetti. Essa è il requisito e il modo d'essere esclusivo dell'uomo, cioè del vero «esserci», di ciò che Heidegger chiama il Dasein . E,invero, solo l'uomo e non altri ha la possibilità di rompere la compattezza del mondo facendo echeggiare, nel silenzio dell'universo, la sua domanda, il suo«perché». Solo lui è capace di pro-tendersi fuori di sé, cioè di trascendersi, nel tentativo di riferirsi all'«essere».Sennonché, in questo oltrepassamento di sé, che è poi la libertà, l'uomo è destinato allo scacco. Nel tentativo di trascendersi, egli ricade nel mezzo del mondo e ne subisce le imposizioni. La disperata ascesa verso la libertà si converte nel suo contrario: cioè in condizionamento. L'uomo si scopre un essere finito, gettato nel mondo....
 ...... l'uomo, oltre che percepirsi come irrimediabilmente finito, scopre nell'essere destinato alla morte la sua estrema libertà. In altre parole, vivere per la morte significa comprendere l'impossibilità e l'assurdità dell'esistenza in quanto tale.
Temi forse più stoici che romantici e nei quali è da rilevare anche il ripudio di ogni metafisica consolatoria. In questo contesto, l'incontro di Heidegger con La morte di Ivan Ilic, lo straordinario racconto di Leone Tolstoj. Contro una tradizione millenaria di tipo platonico-cristiana, dove l'uomo è sempre una creatura di Dio, campeggia la rivendicazione inconsueta che l'uomo è un ente finito".

da Lucio Colletti , In morte di Heidegger articolo apparso su L'Espresso del 6 Giugno 1976

Vattimo spiega Heidegger in tre video:
clicca qui

Catullo, primo poeta "moderno"



CATULLO
  ( Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.)


Catullo, rappresenta con le sue opere un modo nuovo di concepire la poesia, viene denominato infatti spregevolmente da Cicerone “poeta novo”. Rifiuta i toni epillici e mitici in uso in quel tempo. La sua poesia si fa breve, piccola con tematiche del quotidiano, in questo senso “moderna”. Usa, dietro l’apparente semplicità, una tecnica raffinatissima. Il primo ad inventare una poesia che rifiutasse la magniloquenza fu Callimaco nel III sec. a.c. ma fu un episodio che non ebbe ulteriori sviluppi. Catullo è il primo cantore del dualismo sentimentale, quel dualismo che pervaderà tutta la poesia a carattere amoroso di tutti i tempi.


 -  Carme LXXXV   - Odi et amo –

Odio e amo. Forse mi chiederai come sia possibile,
non so, ma è proprio così, e mi tormento.                                          ( Trad. Salvatore Quasimodo).

Il contrasto di sentimenti è argomento largamente trattato dalla letteratura, dalla filosofia, dalla  scienza e dalla musica, in tutte le epoche e in tutto il mondo.
In senso filosofico, Empedocle ( 490 a. C.- 430 a.C.) fonda la sua teoria sul Dualismo in cui si afferma che amore e odio sono due forze naturali e non sono sinonimi di bene e male.
Ma anzi, sono forze utili entrambe allo svolgimento della vita, in quanto l’amore al suo punto estremo, è perfetta armonia e proprio per la sua perfezione è immobile, non vitale. Il caos per contro è disgregazione e nel suo punto estremo non ha alcun potere di creare unità e quindi forma vitale. Soltanto un equidistanza tra i due sentimenti garantisce l’equilibrio e quindi la vita.

Questa ipotesi di convivenza dell’ossimoro amore–odio potrebbe essere suggellata anche da un’ ultima ricerca scientifica, infatti nel 2008 uno studio scientifico inglese ha pubblicato i risultati di un indagine sul cervello umano in riguardo ai meccanismi dei due sentimenti. Dallo studio risulta che il circuito neurale dell’odio ha numerose parti in comune con il circuito dell’amore, anzi sono attivati dalle stesse aree e dai medesimi meccanismi bio-chimici. Risulta però che l’odio è più razionale dell’amore, infatti gran parte della corteccia cerebrale associata a giudizio e raziocinio rimane attiva cosa che invece non accade nel sentimento dell’amore. 
                                                                                                        
di Lyra d'Orfeo

venerdì 25 gennaio 2013

Wolfgang Amadeus Mozart Primo Movimento della Sinfonia n.38


W.A.MOZART:   SINFONIA N.38 “di Praga”
 Adagio- Allegro

La Sinfonia “di Praga”, così chiamata perché si è creduto per lungo tempo che fosse stata scritta durante il suo soggiorno a Praga, mentre è stata scritta a Vienna e datata 6 dicembre 1786. In ogni caso la prima esecuzione avvenne  il 19 gennaio 1787 al Teatro dell’Opera di Praga.
La partitura originale autografa è conservata presso la Biblioteca Nazionale di Berlino.
L’adagio-allegro è il primo tempo della sinfonia ed è il più lungo tempo sinfonico composto da Mozart. (Qui viene proposto su due video separati). L’arricchimento armonico e contrappuntistico che il compositore qui opera rappresenta una delle più eloquenti prove di come la sua arte stia spostandosi verso una concezione della musica più soggettiva e passionale.



esecuzione dei Wiener Philarmoniker diretti da Karl Bohm.
Adagio introduttivo



Descrizione elementi
Riferimenti temporali
Tonalità: Re maggiore

Inizio con testura accordale, elemento iniziale dopo il primo accordo: 4 attacchi in levare degli archi insieme ai legni
0.0/0.19
Sequenza accordale (con 3 dominanti secondarie e risoluzioni):  prima concatenazione tutti, seconda solo archi, terza solo legni
0.27/0.41
Testura con melodia accompagnata (melodia violini I)
0.42/1.19
All’interno di tale testura:discesa cromatica che riporta al tono d’impianto
1.04
Transizione in re minore , inciso melodico ripetuto per sei volte affidato ai violini: 
(sul I, VI, III, V/IV,IV, VII/V)
Altre due volte viene ripetuto solo in parte: (sul V)
1.39

3.07
Accordo finale (tutti).
3.28









Allegro


 


Esposizione: tema 1 carattere ritmico con andamento sincopato

Rafforzo ottoni su accordo di tonica
0.11/0.13
Ripetizione cadenza V-I
0.43/0.47
Ritmo sincopato su dominante
0.57
Ponte modulante  progressione che confluisce nel ponte modulante
1.14
tema 2 carattere melodico nel tono della dominante e poi subito ripetuto nel
tono minore della dominante
1.37
1.51
Sviluppo: episodio con progressione ascendente con testura fugata
Iniziano i violini I imitano i violini II una settima inferiore.
2.56
Ripresa: Riproposizione dei 2 temi il secondo nella tonalità d’impianto
4.47
Coda ritmo incalzante sonorità piena col tutti orchestrale
6.48



di Lyra d'Orfeo


Jorge Louis Borges, Elogio dell'ombra








" Non possiedo un'estetica...non credo alle estetiche...astrazioni inutili...nient'altro che stimoli o strumenti occasionali"
                                                                                                                          J. L.Borges


Elogio dell'ombra, pubblicato la prima volta nel 1969, con cui Borges torna alla formula che alterna versi e prosa, segna un momento di insuperata intensità nella vicenda poetica e umana dell'autore. Vicenda umana che lo stesso Borges ripercorre nell' Abbozzo di autobiografia - inserito in questo stesso volume - dettato a Norman Thomas Di Giovanni, suo traduttore in inglese, nel 1970: una testimonianza ironica e sentimentale, irrinunciabile per accostarsi alla sua opera.

Traduzione con testo spagnolo a fronte. Ottimo per poterlo leggere nella sua lingua originale.




Da: " Una Preghiera" :


".....Il processo del tempo è una trama di effetti e di cause, di modo che chiedere qualsiasi mercede, per infima che sia, è chiedere che si rompa un anello di quella trama di ferro, è chiedere che si sia già rotto. Nessuno merita tale miracolo. Non posso supplicare che i miei errori mi siano perdonati; il perdono è un atto di altri e io soltanto posso salvarmi. Il perdono purifica l'offeso, non l'offensore, con il quale il perdono quasi non ha relazione. La libertà del mio arbitrio è forse illusoria, ma posso dare o sognare che do. Posso dare il coraggio, che non ho; posso dare la speranza, che in me non alberga; posso insegnare la volontà d' imparare quel che so appena o intravedo. Voglio essere ricordato meno come poeta che come amico........"

Per seguire il video "Conversazione con Borges" clicca qui