Vita di Giovanni Pierluigi
Nacque nel 1525 a Palestrina, da Sante
di Pierluigi. Nel 1537 si trasferì a Roma dove entrò come putto cantore nella
Basilica di S.Maria Maggiore e dove compì la sua formazione musicale sotto la
guida di R. Mallapart.
Nel 1544 torna a Palestrina dove diventa organista e Maestro presso la
Cattedrale di S. Agapito e dove sposa la sua conterranea Lucrezia Gori dalla
quale avrà tre figli: Rodolfo, Angelo e Igino. Quando il Vescovo di Palestrina
Giovanni Maria del Monte, estimatore di Pierluigi, diviene papa sotto il nome
di Giulio III, lo chiama a se come maestro presso la Cappella Giulia, incarico
che inizierà nel Settembre 1551 fino al 1555 anno in cui fu chiamato come
cantore alla Cappella Pontificia. Pochi mesi dopo la nomina a cantore avviene
la morte di Giulio III e il papa Paolo IV rifacendosi al regolamento che vieta
ai cantori di essere ammogliati espelle dalla cappella Pierluigi, insieme ad
altri due cantori ammogliati, assegnando loro un vitalizio di sei scudi mensili
a titolo di ricompensa.
Nel 1555 fu chiamato in
S.Giovanni in Laterano come Maestro di Cappella, posto che mantenne fino al
1561.
Sono di questo periodo le
Lamentazioni a 4 voci ed un volume di Magnificat a 5 e 6 voci, gli Improprii e
l’inno Crux Fidelis a 8 voci che fu cantato per la prima volta il Venerdi Santo
del 1560. Nel Marzo 1561 passa al servizio della Basilica Liberiana (S.Maria
Maggiore), nel 1565 al Seminario Romano e contemporaneamente nel 1567 presta servizio presso il
Cardinale Ippolito d’Este come Maestro di Concerti.
Nel 1571 alla morte di
Giovanni Animuccia riprenderà il posto di Direttore Musicale della Cappella
Giulia, dal 1572 egli vivrà una serie di lutti: nel 1572 il figlio Rodolfo di
23 anni, nel 1573 il fratello Silla, suo allievo di composizione insieme ai
suoi figli, nel 1575 il figlio Angelo di 24 anni, e nel 1580 la moglie
Lucrezia. Il susseguirsi di tali tristi eventi fanno cadere Giovanni Pierluigi
in un periodo di sconforto e di crisi, infatti deciderà di prendere la tonsura (rito
che precede il conferimento degli ordini sacri) ma pochi mesi dopo la
decisione, nel 1581, si sposa con Virginia Dormoli, una ricca vedova romana.
Questo fu un periodo di agiatezza economica che consentì al compositore di
dedicarsi alla pubblicazione di molti
dei suoi lavori. Morì nel 1594 e fu sepolto con grandi onori nella Basilica di
S. Pietro.
Contesto storico musicale
Il Principe della musica,
così chiamato Giovanni Pierluigi, per la sua raffinatezza musicale e per la purezza della scrittura, fu il
massimo esponente della musica polifonica del Cinquecento e il massimo
rappresentante della Scuola Romana nata per attuare le linee caratterizzanti
della musica controriformista definite nel Concilio di Trento (1545-1563)
convocato da Paolo III. Col suo modo di
comporre, Pierluigi, creò uno stile che rimase come modello per lungo tempo:
“Stile alla Palestrina”. Le direttive in campo musicale del suddetto Concilio
di Trento furono: divieto di accompagnamento strumentale per la maggior parte
della musica sacra (predilezione per la musica a cappella), proibizione di usare
cantus firmi profani, si dovevano usare esclusivamente a tale scopo canti
gregoriani, Lo stile doveva rimanere rigorosamente polifonico ma limitando i
fugati e semplificando il contrappunto a favore della chiarezza testuale, attuare la purificazione
da quegli elementi provenienti dalla musica profana come le diminuzioni
e gli abbellimenti finalizzati al solo compiacimento dei sensi.
Il mottetto Sicut Cervus è
considerato uno degli esempi più significativi di arte corale religiosa del
Rinascimento. Il testo latino è tratto dal salmo 42: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua così l’anima mia anela a te, o Dio”. Per mottetto Rinascimentale si intende una composizione polifonica
vocale su testo sacro, deriva dal francese “mots” che significa parola. La
caratteristica di tale composizione è il susseguirsi di entrate in imitazione delle voci finchè si termina con una cadenza, dopodiché inizia un’altra frase e
compie lo stesso iter. Per avere punti di riferimento all’ascolto è bene
concentrarsi in modo particolare sulle entrate delle frasi prestando massima
attenzione alle imitazioni, alla loro lunghezza, e sulle cadenze. Nel sicut
cervus troviamo tre frasi in imitazione, le altre imitazioni sono solo parziali
(spunti imitativi) il tutto termina con una cadenza plagale (IV-I). Le voci come di consueto nei cori a quattro voci a cappella sono: Soprano, Contralto, Tenore,
Basso. ( i riferimenti
temporali sono riferiti all’esecuzione del coro The Cambridge Singers, ascoltabile
gratuitamente su Youtube)
Descrizione elementi
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Riferimenti temporali
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Tonalità: sol maggiore, tempo 2/2 testura
contrappuntistica imitativa
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Lunghezza dell’imitazione
iniziale: 4 battute
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0.0 – 0.18
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Entrata della frase al tenore (sicut cervus…)
Imitazione irregolare alla 5° al contralto
Imitazione all’ottava al soprano
Imitazione al basso
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0.0
0.12
0.17
0.23
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Cadenza perfetta con ritardo della terza sul V
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1.12
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Lunghezza della
seconda imitazione: 3 battute ca.
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Entrata della seconda frase al basso(solo testa) al tenore
(3 battute) ( ita desiderat)
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1.14
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Imitazione al soprano
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1.18
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Imitazione al contralto
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1.24
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Imitazione al basso
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1.30
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Cadenza sul primo rivolto dell’accordo di tonica
(imperfetta)
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2.08
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Lunghezza della
terza imitazione : 3 battute
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Entrata della terza frase al soprano (anima mea…)
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2.10
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Imitazione all’ottava al tenore
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2.19
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Imitazione alla quarta + ottava al basso
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2.27
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Imitazione alla quarta al contralto
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2.31
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Finale :cadenza evitata ,nota tenuta di 4 battute al
soprano,
spunto imitativo tra basso
e contralto,
cadenza plagale (IV-I)
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2.55
2.57
3.02-3.13
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