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martedì 19 febbraio 2013

Giovanni Pierluigi da Palestrina


Vita di Giovanni Pierluigi

Nacque nel 1525 a Palestrina, da Sante di Pierluigi. Nel 1537 si trasferì a Roma dove entrò come putto cantore nella Basilica di S.Maria Maggiore e dove compì la sua formazione musicale sotto la guida di R. Mallapart.
Nel 1544 torna a Palestrina  dove diventa organista e Maestro presso la Cattedrale di S. Agapito e dove sposa la sua conterranea Lucrezia Gori dalla quale avrà tre figli: Rodolfo, Angelo e Igino. Quando il Vescovo di Palestrina Giovanni Maria del Monte, estimatore di Pierluigi, diviene papa sotto il nome di Giulio III, lo chiama a se come maestro presso la Cappella Giulia, incarico che inizierà nel Settembre 1551 fino al 1555 anno in cui fu chiamato come cantore alla Cappella Pontificia. Pochi mesi dopo la nomina a cantore avviene la morte di Giulio III e il papa Paolo IV rifacendosi al regolamento che vieta ai cantori di essere ammogliati espelle dalla cappella Pierluigi, insieme ad altri due cantori ammogliati, assegnando loro un vitalizio di sei scudi mensili a titolo di ricompensa.
Nel 1555 fu chiamato in S.Giovanni in Laterano come Maestro di Cappella, posto che mantenne fino al 1561.
Sono di questo periodo le Lamentazioni a 4 voci ed un volume di Magnificat a 5 e 6 voci, gli Improprii e l’inno Crux Fidelis a 8 voci che fu cantato per la prima volta il Venerdi Santo del 1560. Nel Marzo 1561 passa al servizio della Basilica Liberiana (S.Maria Maggiore), nel 1565 al Seminario Romano e contemporaneamente nel 1567 presta servizio presso il Cardinale Ippolito d’Este come Maestro di Concerti.
Nel 1571 alla morte di Giovanni Animuccia riprenderà il posto di Direttore Musicale della Cappella Giulia, dal 1572 egli vivrà una serie di lutti: nel 1572 il figlio Rodolfo di 23 anni, nel 1573 il fratello Silla, suo allievo di composizione insieme ai suoi figli, nel 1575 il figlio Angelo di 24 anni, e nel 1580 la moglie Lucrezia. Il susseguirsi di tali tristi eventi fanno cadere Giovanni Pierluigi in un periodo di sconforto e di crisi, infatti deciderà di prendere la tonsura (rito che precede il conferimento degli ordini sacri) ma pochi mesi dopo la decisione, nel 1581, si sposa con Virginia Dormoli, una ricca vedova romana. Questo fu un periodo di agiatezza economica che consentì al compositore di dedicarsi alla  pubblicazione di molti dei suoi lavori. Morì nel 1594 e fu sepolto con grandi onori nella Basilica di S. Pietro.

 Contesto storico musicale


Il Principe della musica, così chiamato Giovanni Pierluigi, per la sua raffinatezza musicale  e per la purezza della scrittura, fu il massimo esponente della musica polifonica del Cinquecento e il massimo rappresentante della Scuola Romana nata per attuare le linee caratterizzanti della musica controriformista definite nel Concilio di Trento (1545-1563) convocato da Paolo III.  Col suo modo di comporre, Pierluigi, creò uno stile che rimase come modello per lungo tempo: “Stile alla Palestrina”. Le direttive in campo musicale del suddetto Concilio di Trento furono: divieto di accompagnamento strumentale per la maggior parte della musica sacra (predilezione per la  musica a cappella), proibizione di usare cantus firmi profani, si dovevano usare esclusivamente a tale scopo canti gregoriani, Lo stile doveva rimanere rigorosamente polifonico ma limitando i fugati e semplificando il contrappunto a favore della chiarezza testuale, attuare la purificazione da quegli elementi provenienti dalla musica profana come le diminuzioni e gli abbellimenti finalizzati al solo compiacimento dei sensi.






Il mottetto Sicut Cervus è considerato uno degli esempi più significativi di arte corale religiosa del Rinascimento. Il testo latino è tratto dal salmo 42: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua così l’anima mia anela a te, o Dio”. Per mottetto Rinascimentale si intende una composizione polifonica vocale su testo sacro, deriva dal francese “mots” che significa parola. La caratteristica di tale composizione è il  susseguirsi   di entrate in imitazione delle voci finchè si termina con una cadenza, dopodiché inizia un’altra frase e compie lo stesso iter. Per avere punti di riferimento all’ascolto è bene concentrarsi in modo particolare sulle entrate delle frasi prestando massima attenzione alle imitazioni, alla loro lunghezza, e sulle cadenze. Nel sicut cervus troviamo tre frasi in imitazione, le altre imitazioni sono solo parziali (spunti imitativi) il tutto termina con una cadenza plagale (IV-I). Le voci  come di consueto nei cori a quattro voci a cappella sono: Soprano, Contralto, Tenore, Basso. ( i riferimenti temporali sono riferiti all’esecuzione del coro The Cambridge Singers, ascoltabile gratuitamente su Youtube)





Descrizione elementi
Riferimenti temporali
Tonalità: sol maggiore, tempo 2/2 testura contrappuntistica imitativa

Lunghezza dell’imitazione iniziale: 4 battute
0.0 – 0.18
Entrata della frase al tenore (sicut cervus…)
Imitazione irregolare alla 5° al contralto
Imitazione all’ottava al soprano
Imitazione al basso
0.0
0.12
0.17
0.23
Cadenza perfetta con ritardo della terza sul V
1.12
Lunghezza della seconda imitazione: 3 battute ca.

Entrata della seconda frase al basso(solo testa) al tenore (3 battute) ( ita desiderat)
1.14
Imitazione al soprano
1.18
Imitazione al contralto
1.24
Imitazione al basso
1.30
Cadenza sul primo rivolto dell’accordo di tonica (imperfetta)
2.08
Lunghezza della terza imitazione : 3 battute

Entrata della terza frase al soprano (anima mea…)
2.10
Imitazione all’ottava al tenore
2.19
Imitazione alla quarta + ottava al basso
2.27
Imitazione alla quarta  al contralto
2.31
Finale :cadenza evitata ,nota tenuta di 4 battute al soprano,
spunto imitativo tra basso  e contralto,
cadenza plagale (IV-I)
2.55
2.57
3.02-3.13




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